Il libro



La primavera di Casanova

Oggi il Casanova settecentesco corrisponde, per molti aspetti, a uno stereotipo ben preciso di donna attuale. L’eroe del libertinismo si è trasformato nella forza della femminilità contemporanea. Potere, ricchezza, ambizione, bellezza e sensualità. Come pure velleità, vanità, caducità e lussuria. Il Casanova-donna ricalca pregi e difetti di questa figura mitizzata dalla letteratura moderno-contemporanea. Giovane e dinamica, la figura in questione è proiettata verso un successo che travalica i confini dello spazio e del tempo. È un esempio di mito dei nostri giorni. Un archetipo della globalizzazione.
Tuttavia, da un lato il Casanova-donna non deve essere travisato come una sorta di don Giovanni al femminile. Soprattutto perché il suo opposto maschile, Casanova appunto, non si limitava a effimere esperienze galanti. Egli era infatti l’esempio dell’amore illuministico e positivo, in antitesi con quello avventuriero e negativo incarnato dal personaggio operistico mozartiano. D’altro canto, il Casanova-donna sta attraversando ancora una fase di formazione. Questa è la sua primavera: un’età in cui sbocciano i fiori. Tuttavia, si tratta di una stagione di passaggio. Da qui l’effimerità di essere l’esempio femminile che tutte vorrebbero seguire. Né le adolescenti né le donne mature possono o accelerare i tempi, oppure riportarli indietro. Casanova-donna esiste nella sua transitorietà.
Per la sua comprensione, si è fatto riferimento al testo del poeta futurista francese Guillaume Apollinaire, “Le Casanova parodique”, operetta in quattro atti musicata da Henri Defosse, direttore ai Ballets russes dell’Opéra di Parigi. Il lavoro risale al 1918, lo stesso anno di morte del suo autore. Per una serie di vicissitudini storiche, è giunto ai posteri come un lavoro minore, per questo poco apprezzato, se non addirittura dimenticato. Eppure, “Le Casanova parodique” anticipa in modo sorprendente gli atteggiamenti di quello che è il Casanova del Terzo millennio. Donna, uomo, donna-uomo.
Per l’introspezione psicologica e l’elaborazione caratteriale, è stata chiamata in causa l’arte speculativa dell’enneagramma. Questo metodo di ricerca interiore affonda le sue radici nella mistica sufi. Esso appare utile in quanto permette una classificazione non scientifica, quindi né rigorosa né scientifica, della personalità. Il Casanova uomo risponde all’enneatipo 7: un epicureo, eterno fanciullo. Egli si accosta alla vita in modo dilettantesco. I suoi amori sono occasionali, ispirati dall’edonismo, ma non per questo fugaci e distruttivi. Casanova era restio a impegnarsi, lo fu storicamente. Non per questo, si può dire che non fosse capace di innamorarsi. Egli iniziava le storie d’amore, ma non le concludeva. Oppure se lo faceva, cercava il modo meno doloroso per accommiatarsi. L’enneatipo 7 è una persona di buon umore, felice e di piacevole compagnia. La dottrina sostiene che incarni l’uomo del Rinascimento. Vale a dire il punto di riferimento dell’Illuminismo e quindi dei libertini.
Da queste riflessioni è nata una storia. O meglio, un sogno. L’incarnazione di due donne casanoviane, trasportate ai nostri giorni e messe alla prova con un caso letterario in cui le ambizioni si intrecciano con la sensualità. Ecco che “Le Casanova parodique” assume il ruolo di epicentro del canovaccio. Le protagoniste della vicenda sono spettatrici dell’opera di Apollinaire. Ma questa è, al contempo, testimone delle avventure delle due. La traccia eterna del poeta si arricchisce di scoperte entusiasmanti. La sua arte si svela abbracciata a quella di Pablo Picasso e Salvador Dalì.
L’emozione non è istintiva oppure squisitamente carnale. È la sintesi tra ragione e sentimento. Nella sua primavera, l’altro Casanova vive una gara con se stesso per realizzare i propri obiettivi, nutrirsi della sua esistenza ed elevarla a un modello di esistenza atemporale e senza spazio. Il suo confronto con l’altro sesso si realizza nel momento in cui quest’ultimo viene domato. Il potere del Casanova-donna, infatti, è quello di lasciare in silenzio gli uomini.